giovedì, giugno 30, 2005

Giovedì

Categoria: Parole

Giovedì: dal latino Jòvis-Dies, giorno di Giove.

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In realtà oggi volevo parlare di un giochino che ho trovato sul sito di Repubblica:

si tratta di Sudoku



Le regole sono semplicissime. Ogni Sudoku è un quadrato di 81 caselle divise in 9 colonne orizzontali e nove verticali. Su alcune caselle è già scritto un numero: tutte le altre vanno riempite utilizzando i numeri dall'1 al 9, senza ripetere alcun numero più di una volta in ogni singola colonna orizzontale o verticale. A complicare il gioco c'è il fatto che il quadrato di 81 caselle è a sua volta suddiviso in nove quadratini ognuno di nove caselle: anche questi nove quadrati devono essere riempiti con i numeri da 1 a 9 senza ripetizioni. Il gioco richiede solo logica e pazienza.

Una roba che solo i cinesi potevano studiare!!! ... io mi ci sono intrippato e non faccio altro da un paio di giorni (lavoro permettendo, ovviamente!)

Vi metto il link...

Sudoku, rompicapo dell'estate

lunedì, giugno 27, 2005

Amicizia

Categoria: Pensieri

Lunedì. Giornataccia come al solito. Il week-end è stato abbastanza sereno e divertente. Ma ancora ci sono cose che mi colpiscono.
Mi domando perchè sono giorni che penso sempre alla stessa persona. E il suo ricordo non se ne vuole andare. La cosa più incredibile è che non dovrei minimamente sentirne la mancanza. E invece...

In più aggiungiamo le persone che pensano solamente a se stesse e che non hanno mai tempo per un "amico"... Mi piacciono le persone che credono in amicizie a "senso unico". Quando hanno bisogno loro e tu ti mostri disponibile vedono in te un grande amico. E quando hai bisogno tu? ... Loro non ci sono mai. Non parlo solamente della mia esperienza ma raccolgo lamentele ovunque. Molti hanno questo disagio. Chissà cosa c'è di così complicato nel capire che il malessere interiore non è solamente una prerogativa personale. Quando domandi a queste persone "... ma lo capisci che anche qualcun'altro potrebbe aver bisogno come te delle stesse cose?" non sanno cosa dire o semplicemente ti liquidano con frasi che non hanno nessun senso e che in ogni caso si riferiscono a se stessi. Nessuno ha mai risposto "Scusa, non mi ero accorto che stavi male." Al contrario cercano solamente di "difendersi" o di "giustificare" il loro comportamento!! Ma chi se ne frega! a me interessa solamente sapere se hai tempo da dedicarmi perchè magari sfogarsi e confontarsi con qualcuno è meglio che chiudersi in se stessi e lasciarsi andare alla paranoia!!! ... mah ... Questa incapacità di riuscire a guardare anche oltre il proprio giardino è disarmante. Poi non ti stupire se il mondo va a rotoli!

Meglio pensare positivo e cambiare argomento. Tornando al discorso iniziale, ho passato un bel week-end. Soprattutto sabato sera. Eravamo in pochi, io, un amico musicista e una "vecchia fiamma" (:P) con la quale ho un ottimo rapporto di amicizia.
Abbiamo chiaccherato di tante cose in un locale davanti ad un paio di birre, siamo stati in discoteca (se così si può chiamare) e per concludere degnamente, abbiamo fatto "colazione" a base di gnocchini farciti e pizzette! ... la cosa più stimolante è stata aver riscoperto, grazie all'amica sopracitata, una vecchia cassetta contenente un brano che registrai una vita fa e che ora mi piacerebbe riarrangiare! ... strano che io non ne abbia una copia .... :P

Bè ... forse è meglio se mi rimetto a far finta di lavorare. Buona giornata!!! :D

PS. Ancora nessun commento al racconto ... devo fare in modo che questo blog risulti più "visibile"!!!

giovedì, giugno 16, 2005

Il treno (racconto breve)

Categoria: Racconti brevi
Pubblico il mio primo racconto. Non è il primo che scrivo ma il primo che pubblico ;) ... Ovviamente ogni commento o critica è ben accetto.

Il Treno

Mi è sempre piaciuto osservare le luci di notte. Soprattutto mi piace guardarle da un treno in corsa. Hanno un fascino più intenso se sei seduto nel senso opposto alla marcia. Le vedi arrivare dalle tue spalle in rapida accelerazione, ti passano accanto molto velocemente e rallentando si allontanano fino a sparire nel buio. Fanno tutte lo stesso percorso, ma resteresti lì, incantato, ad osservarle per sempre. A rendere tutto ancora più interessante era il silenzio all’interno della carrozza. Non era salito nessuno con me alla stazione precedente e questo mi permetteva di apprezzare l’insieme di rumori meccanici che provoca un treno. Il vento si staglia contro la carrozzeria e il suono rimbalza sugli edifici vicini ai binari. Le ruote emettono quel tipico rumore quando sobbalzano tra una giunzione e l’altra dei binari. Che sensazione di pace…

La magia si interrompe quando il macchinista decide di frenare bruscamente. Non mi aveva allarmato. Capita di notte di vedere le stazioni all’ultimo momento e quindi era normale che avesse cercato di fermare il treno in maniera così brusca. – Siamo già alla prima stazione? – pensai. Evidentemente mi ero soffermato abbastanza ad osservare fuori dal finestrino da non rendermi conto del passare del tempo.

A notte fonda le stazioni sono vuote o per lo meno sono più affollate da addetti che non da passeggeri. Osservando attentamente vedo una donna alta con una valigia non troppo grande, un cappello in testa che le copre gli occhi, un bel vestito lungo con sopra un golfino di lana rosso. Sembrava pronta per partire per un lungo viaggio. Era immobile. Evidentemente non deve salire adesso. La cosa mi consola perché così posso ancora godere dello stato di pace in cui ero cinque minuti fa. Mentre la osservo mi accorgo che mi ha notato. Con un piccolo movimento della testa gira lo sguardo verso di me e per un attimo riesco a intravederle gli occhi. Mi ha guardato. Non l’ho visto con certezza ma l’ho sentito.

Il capostazione effettua l’ultima chiamata. La donna afferra con calma la sua valigia e si dirige verso il treno. Perché non era salita prima? Non ha difficoltà nell’affrontare i gradini con la valigia in mano e benché il controllore a piedi le abbia offerto il suo aiuto, lei lo rifiuta. Donna decisa.
Mi incuriosiscono le persone dall’aspetto solitario; in fondo sono un solitario anche io. So che non avrò l’occasione di conoscerla, il treno e lungo e le carrozze sono praticamente tutte vuote. Non verrà certamente a sedersi in questo comparto.

Ripartiamo. Cerco una rivista per leggere un po’ o magari fare le parole crociate, mi aiutano a passare il tempo. Ho ancora parecchi chilometri che mi separano dalla mia meta e per fortuna non devo guidare. Odio guidare. Soprattutto di notte. Non fa per me. Il traffico, l’aria inquinata, il chiasso, tutte cose che sopporto con difficoltà. Il treno mi piace perché ti porta dove vuole lui, non richiede concentrazione e di notte raramente è affollato da gente che parla in continuazione.

Devo andare in bagno. Sono stato seduto per troppo tempo ed ho un leggero capogiro alzandomi. Mi riprendo in un attimo e parto alla volta della porta. Mentre cammino nel corridoio mi accorgo che un’altra persona è presente nella carrozza. Non l’avevo notata prima. Quando è salita? Era già a sedere quando ho preso il treno? È seduta di spalle e non riesco a verle il volto ma vedo che sta leggendo un libro.
Continuo il mio viaggio verso la porta con lo sguardo rivolto ad essa, facendo finta di non averne notato la presenza. Nel momento che esco dal bagno ho la possibilità di verla in faccia.
Infatti una volta terminato, esco e mi accorgo del golfino rosso e poi dei neri capelli lunghi, in parte raccolti per poter portare il cappello, ed in parte sciolti sulle spalle e davanti, fino al seno. Ancora una volta incontro quegli occhi che avevo sentito alla fermata precedente. “Buonasera!” esclamo. Non avevo un filo di voce e quel che è uscito dalla mia bocca non è stato un suono molto dolce, anzi. Lei si scosta i capelli dalla faccia, alza gli occhi dal suo libro e con un grande sorriso mi dice: “Buona sera a lei!” con una voce calda e sensuale contornata dalle labbra ricoperte di rossetto. Per un secondo rimango immobile a guardarla, poi, un po’ imbarazzato, mi dirigo al mio posto. È bellissima. Io una donna così non l’avrò mai. Volgo lo sguardo ancora al finestrino e mi immagino accanto a lei. Chiacchieriamo e ridiamo insieme, ci scambiamo gesti amorosi, ascoltiamo insieme lo stesso brano dal walkman.

All’improvviso vengo svegliato da una nuova frenata brusca del macchinista. Maledetto! Mi alzo leggermente per vedere se lei è ancora seduta al suo posto e con stupore la guardo mentre si sta preparando a scendere. Peccato. Avrei voluto trovare il coraggio di presentarmi. Non capita tutti i giorni di avere l’occasione di conoscere una donna così bella. Prima di andarsene volta il capo verso di me, mi fa un cenno con la testa e da sotto il cappello mi dice “Arrivederci!”. Attende che le ricambi il saluto e se ne và.
Per un attimo una sensazione di vuoto mi assale, come quando ti accorgi di aver perso qualcosa a cui si è molto affezionati. Non sono mai stato bravo con le donne e mi consolo pensando che non avrei avuto molte speranze di conoscerla a fondo.

Riprendo in mano la rivista che nel frattempo mi era scivolata dalle mani e la sfoglio solo per guardare distrattamente le fotografie dei VIP che spesso vengono immortalati nei momenti di intimità dai settimanali scandalistici. Sento le voci delle persone che salgono e che si accingono ad affollare il vagone. Addio alla mia solitudine.

Dopo qualche minuto il treno finalmente riparte. All’orizzonte intravedo le prime luci dell’alba. Vedere il giorno che nasce dopo una lunga notte di lavoro è gratificante.

Ancora una fermata e sarò a casa.

mercoledì, giugno 15, 2005

Tanto per cominciare...

Da parecchio tempo vedo i blog in giro per la rete. Penso sia il caso di averne uno, giusto da usare nei momenti in cui sento il bisogno di scrivere qualcosa o di mandare un messaggio.

Principalmente trascriverò dei brevi racconti che scrivo nei momenti di ispirazione. Se ne avrò la possibilità inserirò anche delle mie musiche.

Per ora mi fermo qua. Tra uno o due giorni pubblicherò il mio primo racconto! :D