venerdì, ottobre 28, 2005

C.A.S. - Complicazioni Affari Semplici

Categoria: Pensieri

Ci sono mattine come queste in cui ti svegli triste e malinconico. A dire il vero non è neanche tristezza e non si può dire che sia rassegnazione. E' una sensazione strana che coinvolge tutti i sensi.
Vado a lavorare, come al solito, in ritardo. Lavoro ma penso ad altro.
Essere vittima della propria emotività ed esserne anche consci è esattamente come avere la soluzione di un problema a portata di mano ma non riuscire a raggiungerla, in nessun modo.
I miei sentimenti sono la mia identità ma allo stesso tempo mi spaventano. Probabilmente la sfiducia che ripongo nelle persone deriva dalla mia incapacità di definire con chiarezza i sentimenti che provo per loro. Come si sente spesso dire "prima trova la pace in te stesso".
Non ho tempo per queste cose. Io so cosa voglio. Ma non so come ottenerlo.
Qualcuno mi consiglia di "prenderla con calma" o "prendila come viene" ma non sa che io non sono fatalista. Quello che ho è frutto delle mie fatiche e del mio impegno. Non ho mai aspettato che cadesse nulla dal cielo e anche quelle rare volte che è successo, mi sono "scansato"!!
Questo è masochismo!!!
Distruggo cose per provare piacere nel ripararle.
E godere fin da subito?? nooooooo ... troppo facile. Se in una azienda esistesse un reparto chiamato "Complicazioni affari semplici" io ne sarei il dirigente!!!

---oooOooo---

Lui a lei: "Leggo nei tuoi occhi che mi ami"
Lei "ANALFABETA!"

mercoledì, ottobre 12, 2005

Le cose cambiano, le persone no!

Categoria: Pensieri

E' bello vedere che il mondo intorno a te cambia spesso e che le persone che lo abitano non cambiano mai.

Giusto ieri sera mi è capitata una cosa curiosa da una persona, e sinceramente non mi ha stupito. Si è comportata esattamente come mi aspettavo.
Ma non racconterò cos'è successo. :D
Per troppo tempo mi sono divertito a snocciolare a tutti i fatti miei ed i miei pensieri, anche quelli profondi, e non c'ho mai guadagnato niente (scrivo anche da cani!) nemmeno un minimo di comprensione.
E quindi questa volta, in barba alle aspettative delle persone che conosco, non ne parlerò.

Racconterò un episodio che invece la dice lunga sulla nuova generazione di giovani.
Sono lì al bancone che mi bevo la mia birra in santa pace aspettanto che F. torni dal bagno quando mi sento colpire dietro alla spalla. Mi volto e un ragazzino che avrà avuto 20anni mi chiede, con una maleducazione esagerata: "Mi offri una sigaretta?"
Ne un "scusa" ne un "per favore" o un "avresti?" ... i condizionali e l'educazione non fanno parte di questa generazione. Senza rispondergli prendo una sigaretta dal pacchetto e glie la passo. La prende, se la accende e continua a parlare tranquillamente col suo amico. E "grazie"??? ...

E oggi al lavoro mi è capitata una cosa simile. Consegno un PC riparato ad un ragazzo e gli spiego cos'ho fatto e dove sono i suoi dati. Lui, evidentemente scocciato, mi guarda fisso negli occhi e non dice una parola. A quel punto mi rivolgo a lui, gentilmente, e gli dico: "In ogni caso se non trovi qualcosa, chiamami pure". LUI: "ah! ... ok ..." con un cenno del capo. Resto immobile un attimo, poi, a quel punto, lo saluto e mentre mi sto allontanando mi fa: "ah ... grazie, eh" ...
Ma ti pare che c'hai dovuto pensare!?!

:D ... ah, lasciamo perdere ... mi divertirò a collezionare altri episodi ...

Stasera avrei dovuto avere una cena a casa mia, ma ieri sera abbiamo un po' esagerato e stasera è meglio se mi metto sul divano a quardarmi un bel film ... anche se a dire il vero un po' mi rompe perchè essendo mercoledì sera avrei preferito starmene in giro, in mezzo a della gente ... Bè, adesso vedo di che umore sono quando arrivo a casa ...

... vado a finire di lavorare.

lunedì, ottobre 03, 2005

Diario del giorno (racconto breve)

Categoria: Racconti brevi
Ecco un altro racconto che ho scritto tempo fa. E' corto ma simpatico. Come sempre il vostro giudizio è ben gradito.

Diario del giorno

Modena, 20 maggio 1977

Premessa
Ormai da troppo tempo le cose erano sempre uguali. Tutti i giorni la stessa storia: alzarsi presto, guardarsi intorno e accorgersi che nulla è cambiato. Sempre lo stesso cibo e mai nessuno con cui parlare. Eppure di voci ne sento tante! Sono stanco. Saranno mesi che va avanti così! Comincio a sentirmi claustrofobico!
Sì, perché la parte più interessante di questa situazione è l’ambiente piccolo ed umido in cui mi trovo. Troppo piccolo e troppo bagnato. Anche se devo ammettere che all’inizio mi sembrava più grande anzi, quasi sproporzionato. Poi, giorno dopo giorno, mese dopo mese, si è ristretto ed ora sento le pareti che mi sfiorano la pelle.
Per fortuna sento che questa situazione è vicina ad una svolta.

Paragrafo 1.
Mi sono accorto da subito che qualcosa non andava. Il buio che avevo intorno stava lentamente lasciando il suo posto ad una fievole luce che penetrava da una piccola fessura. “Come si fa a non esserne attratti?” mi chiesi immediatamente. Mi giro. Mi giro verso la luce ma, tutto ad un tratto sparisce! Dov’è? Che strano. Eppure ero sicuro di averla vista.
Le pareti si contraggono e subito si rilasciano. Tutto ciò non è normale. Non era mai accaduto nulla del genere in passato. Ora anche il liquido che mi avvolge sembra muoversi. Si muove proprio nella direzione in cui ho visto la luce.
Sono perplesso. I cambiamenti mi sconvolgono sempre un po’ soprattutto se non sono preventivati.

Paragrafo 2.
Da alcuni minuti non accade più nulla. La situazione è tornata alla normalità. Inoltre le voci che sentivo sono notevolmente aumentate. Ma non starò impazzendo? Spero solo di non essere alla fine. Mi dispiacerebbe non sapere nulla di quello che mi è successo. Vorrei tanto capire cosa ci faccio qua, da dove sono venuto e dove andrò. Domande difficili per una persona nella mia situazione.

Paragrafo 3.
Aiuto! E già l’ennesima volta che si ripete tutto da capo. Entra della luce e poi scompare, si contraggono le pareti e si muove il liquido. Mi sento sballottato! Ho anche male alla testa. Sento una voce più alta delle altre. Sembra che dica “Spingi!” ed ogni volta che lo dice le pareti si contraggono. Si sta stretti qua dentro!! Che faccio!? Urla. Sento delle urla.
Ancora quella voce che continua a ripetere “Spingi!”. Finalmente sembra che la fessura da dove proviene la luce non si richiuda, anzi si sta allargando. “Spingi!”. Ma dici a me? Io provo ad uscire. C’è qualcosa che mi lega all’interno non credo che potrò andare molto lontano. Ma ci provo ugualmente.
Mi arrampico. Che fatica. La fessura non sembra abbastanza grande da permettermi di passare. “Spingi!”. Ho capito!! Faccio quello che posso. Provo a mettere fuori la testa. Tutta questa luce mi spaventa. Ho paura di non riuscire a vedere niente.
Grandi mani mi afferrano per la testa e mi aiutano ad uscire. Ma che fatica! Dapprima non passano le spalle. Se tira ancora mi rompe il collo! Mi aiuto con i piedi ma non trovo un appoggio. Sono letteralmente nelle mani che stanno tirando non molto dolcemente. “Spingi!” … “Spingi!”. Sto spingendo!!
Sembra che ci siamo. Finalmente sono fuori e come temevo non vedo nulla. Le grandi mani ora mi afferrano per i piedi.
Urlo! Ho paura. Piango. Non so immaginare cosa mi aspetta e non so nemmeno se avrò mai risposta alle mie domande.
Ma finalmente sono fuori.

Fine. O inizio?