lunedì, ottobre 03, 2005

Diario del giorno (racconto breve)

Categoria: Racconti brevi
Ecco un altro racconto che ho scritto tempo fa. E' corto ma simpatico. Come sempre il vostro giudizio è ben gradito.

Diario del giorno

Modena, 20 maggio 1977

Premessa
Ormai da troppo tempo le cose erano sempre uguali. Tutti i giorni la stessa storia: alzarsi presto, guardarsi intorno e accorgersi che nulla è cambiato. Sempre lo stesso cibo e mai nessuno con cui parlare. Eppure di voci ne sento tante! Sono stanco. Saranno mesi che va avanti così! Comincio a sentirmi claustrofobico!
Sì, perché la parte più interessante di questa situazione è l’ambiente piccolo ed umido in cui mi trovo. Troppo piccolo e troppo bagnato. Anche se devo ammettere che all’inizio mi sembrava più grande anzi, quasi sproporzionato. Poi, giorno dopo giorno, mese dopo mese, si è ristretto ed ora sento le pareti che mi sfiorano la pelle.
Per fortuna sento che questa situazione è vicina ad una svolta.

Paragrafo 1.
Mi sono accorto da subito che qualcosa non andava. Il buio che avevo intorno stava lentamente lasciando il suo posto ad una fievole luce che penetrava da una piccola fessura. “Come si fa a non esserne attratti?” mi chiesi immediatamente. Mi giro. Mi giro verso la luce ma, tutto ad un tratto sparisce! Dov’è? Che strano. Eppure ero sicuro di averla vista.
Le pareti si contraggono e subito si rilasciano. Tutto ciò non è normale. Non era mai accaduto nulla del genere in passato. Ora anche il liquido che mi avvolge sembra muoversi. Si muove proprio nella direzione in cui ho visto la luce.
Sono perplesso. I cambiamenti mi sconvolgono sempre un po’ soprattutto se non sono preventivati.

Paragrafo 2.
Da alcuni minuti non accade più nulla. La situazione è tornata alla normalità. Inoltre le voci che sentivo sono notevolmente aumentate. Ma non starò impazzendo? Spero solo di non essere alla fine. Mi dispiacerebbe non sapere nulla di quello che mi è successo. Vorrei tanto capire cosa ci faccio qua, da dove sono venuto e dove andrò. Domande difficili per una persona nella mia situazione.

Paragrafo 3.
Aiuto! E già l’ennesima volta che si ripete tutto da capo. Entra della luce e poi scompare, si contraggono le pareti e si muove il liquido. Mi sento sballottato! Ho anche male alla testa. Sento una voce più alta delle altre. Sembra che dica “Spingi!” ed ogni volta che lo dice le pareti si contraggono. Si sta stretti qua dentro!! Che faccio!? Urla. Sento delle urla.
Ancora quella voce che continua a ripetere “Spingi!”. Finalmente sembra che la fessura da dove proviene la luce non si richiuda, anzi si sta allargando. “Spingi!”. Ma dici a me? Io provo ad uscire. C’è qualcosa che mi lega all’interno non credo che potrò andare molto lontano. Ma ci provo ugualmente.
Mi arrampico. Che fatica. La fessura non sembra abbastanza grande da permettermi di passare. “Spingi!”. Ho capito!! Faccio quello che posso. Provo a mettere fuori la testa. Tutta questa luce mi spaventa. Ho paura di non riuscire a vedere niente.
Grandi mani mi afferrano per la testa e mi aiutano ad uscire. Ma che fatica! Dapprima non passano le spalle. Se tira ancora mi rompe il collo! Mi aiuto con i piedi ma non trovo un appoggio. Sono letteralmente nelle mani che stanno tirando non molto dolcemente. “Spingi!” … “Spingi!”. Sto spingendo!!
Sembra che ci siamo. Finalmente sono fuori e come temevo non vedo nulla. Le grandi mani ora mi afferrano per i piedi.
Urlo! Ho paura. Piango. Non so immaginare cosa mi aspetta e non so nemmeno se avrò mai risposta alle mie domande.
Ma finalmente sono fuori.

Fine. O inizio?

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento è ben accetto.